E alla fine Dylan ebbe la Legion d’Onore
PARIGI – «Sono riconoscente e fiero – breve pausa – è tutto». Con questo a dir poco stringato discorso di accettazione Bob Dylan, 72 anni, ha ringraziato ieri il ministro della Cultura francese, Aurélie Filippetti, che un istante prima nel salone di rue Valois gli aveva appuntato sul petto la Legion d’Onore, la massima onorificenza della Repubblica francese.
Dylan è a Parigi per tre concerti al Grand Rex, e il governo francese ha colto l’occasione per offrirgli alla fine un riconoscimento che aveva destato non poche polemiche. Nei mesi scorsi il generale d’armata Jean-Louis Georgelin, «gran cancelliere» dell’ordine della Legion d’onore, si era opposto evocando il passato uso di droghe da parte di Dylan e la sua vicinanza con i movimenti di contestazione alla guerra del Vietnam.
«La Legion d’Onore andrebbe data solo a chi si è distinto per i servizi resi alla Nazione o per un’azione spettacolare nel campo dell’arte o della cultura, e non consegnata a chiunque», aveva aggiunto Marine Le Pen. E può darsi che l’opposizione della leader del Front National abbia finito per fugare gli ultimi dubbi del governo socialista.
Il ministro Filippetti ha pronunciato un lungo discorso ripercorrendo la carriera di Dylan e anche attribuendogli un ruolo nel movimento del Sessantotto, che peraltro lui ha sempre rifiutato. Accanto a lei, il cantante nel suo vestito nero e stivali sembrava impaziente, poco a suo agio con i toni di una consacrazione in vita. Dylan ha trovato il tempo di salutare velocemente Hugues Aufray, 83 anni, che negli Sessanta ha adattato in francese molte sue canzoni, e poi ha lasciato la sala. La cerimonia è durata 10 minuti in tutto.
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