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sabato 8 febbraio 2014

A una donna.

 A te queste parole, per la consolatrice grazia dei tuoi grandi occhi, dove un tenero sogno ride e piange,
 per l'anima tua pura, così bella, A te queste parole, dal mio acre tormento! ahimè,
l'orrido incubo che sempre mi perseguita non mi dà tregua, infuria follemente, geloso, si va moltiplicando come un branco di lupi, si attacca al mio destino sporcandolo di sangue!
 Io soffro, è spaventosa la mia sofferenza, sale che, al suo confronto, è un'egloga il lamento del primo uomo, espulso dal giardino dell'Eden!
 Le preoccupazioni che puoi avere, cara, sono rondini in volo nel cielo del meriggio riscaldato dal sole di un giorno di settembre.

 Paul Verlaine (Melissa)


 Giovanni Boldini "Ritratto di giovane donna"

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