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giovedì 13 febbraio 2014

Bob Dylan - Changing of the Guards - Live 1978


CHANGING OF THE GUARDSda "Street Legal"
CAMBIO DELLA GUARDIA parole e musica Bob Dylan

traduzione di Michele Murino
grazie ad Alessandro Carrera per le note 

Sedici anni,
sedici bandiere unite al di sopra del campo
dove il buon pastore soffre.
Uomini disperati, donne disperate, divisi,
aprono le loro ali sotto le foglie cadenti.

La fortuna chiama,
io avanzai uscendo dalle ombre verso il mercato,
mercanti e ladri, assetati di potere, la mia ultima mano andata via.
Lei ha un profumo dolce come i prati dove è nata,
alla vigilia dell'estate vicino alla torre.

La luna dal sangue freddo,
il capitano attende alla celebrazione
inviando i suoi pensieri ad una fanciulla amata
il cui viso d'ebano è oltre la comunicazione.
Il capitano è giù ma ancora crede che il suo amore verrà ripagato.

Le hanno rasato la testa,
lei era divisa tra Giove ed Apollo.
Arrivò un messaggero con un usignolo nero.
La vidi sulle scale e non potei fare a meno di seguirla,
seguirla oltre la fontana dove le tolsero il velo.

I miei piedi incespicarono.
Corsi oltre la distruzione nei fossati
con i punti ancora cuciti addosso
sotto un tatuaggio a forma di cuore.
Preti rinnegati e giovani vedove infedeli
porgevano i fiori che io volevo darti.

Il palazzo degli specchi
in cui si riflettono 'dog soldiers',
la strada senza fine ed il lamento delle campane,
le stanze vuote dove il ricordo di lei è custodito
e dove le voci degli angeli sussurrano alle anime di tempi precedenti.

Lei lo fa svegliare
quarantotto ore più tardi, il sole sta per sorgere
nei pressi di catene spezzate, lauro di montagna e rocce che rotolano.
Lei supplica di sapere quali misure prenderà lui adesso.
Lui la butta giù e lei si aggrappa ai suoi lunghi riccioli biondi.

Signori, disse lui,
non ho bisogno della vostra organizzazione, ho lustrato le vostre scarpe,
ho smosso le vostre montagne e segnato le vostre carte
ma il paradiso è in fiamme, o vi preparate ad essere eliminati
oppure i vostri cuori devono avere il coraggio per il cambio della guardia.

Pace verrà
con tranquillità e splendore su ruote di fuoco
ma non ci porterà ricompense
quando i falsi idoli di lei cadranno
ed una morte crudele si arrenderà
con il suo fantasma pallido che batte in ritirata
tra il re e la regina di spade (1)

(1) L'ultimo verso di "Changing of the Guards" si riferisce certamente ai tarocchi, o semplicemente alle carte, perche' il re e la regina di spade non sono arcani maggiori. L'espressione fa il paio con "il principe e la principessa" che discutono alla fine di "Gates of Eden". In quel caso molti hanno pensato a Dylan e alla Baez. Nel caso di "Changing of the Guards" potrebbe riferirsi a una qualunque coppia simbolica. Probabilmente "Changing of the Guards" è la prima puntata di una sorta di lungo poema nascosto che Dylan ha composto disseminandolo in varie canzoni tra "Street Legal" e "Empire Burlesque". In un modo o nell'altro, tutte le canzoni di questo poema nascosto, che comprende "Let's Keep It Between Us", "Need a Woman", "Angelina", "Caribbean Wind", "Groom's still Waiting at the Altar", "I and I", "Someone's Got a Hold of My Heart", "Tight Connection to My Heart" e forse anche "When the Night Comes Falling from the Sky", hanno a che fare con una storia d'amore impossibile tra un uomo di razza bianca e una donna afro-americana (o piu' donne). Lo si potrebbe chiamare il poema della Regina di Saba, che infatti e' evocata in "I and I". Sappiamo che questa era anche la situazione di Dylan in quegli anni, ma probabilmente l'interpretazione non è da restringersi al fatto autobiografico, perche' ha a che fare con complessi riferimenti biblici e sociali.

mercoledì 12 febbraio 2014

I COLORI DEL TERRITORIO.

                                                             


PIETRASANTA,PICCOLA CASCATA DORATA A REGNALLA,VALDICASTELLO.



L’attività mineraria

-

Una delle attività più antiche della zona, anche se non da tutti conosciuta, è quella mineraria. Le miniere della Versilia, che qualcuno fa risalire addirittura agli Etruschi, ma che sicuramente appartengono al periodo Romano, interessano tutta l’area che va da Valdicastello, attraversa tutto il territorio di S.A. per spostarsi poi alla zona di Farnocchia, di Mulina, di Gallena , del Cardoso ed infine al di là della Pania, a Fornovolasco nei pressi di quella che attualmente viene chiamata Grotta del Vento. Ci sono poi altri siti minerari vicino a Ripa di Seravezza e a Levigliani dove esistevano e ancora ci sono tracce due miniere di minerale di mercurio.

Dai geologi questi giacimenti minerari forse conosciuti e sfruttati già prima delle più note cave di marmo viene comunemente denominata ”finestra di S.A.”. La toponomastica della zona è ancora sintomatica delle attività estrattive. Oltre al paese di Gallena che prende appunto il nome dal minerale estratto in quella zona “galena argentifera” esistono altre località chiamate “argentiera” e precisamente a S.A. e vicino a Ruosina di Seravezza. Esistono infine nel territorio del comune di Stazzema le località di Calcaferro e di Buca della Vena dove veniva estratto il minerale di ferro.

Sull’intero territorio esistono ancora vari manufatti (archeologia mineraria), vecchie gallerie e nel fondovalle vecchie infrastrutture che nei secoli scorsi erano ferriere. In cima al paese di Valdicastello che originariamente era chiamato Valle Buona c’è ancora un fabbricato, recentemente ristrutturato che al tempo del Granducato di Toscana costituiva la fonderia del minerale argentifero estratto dalle miniere dell’argentiera di S.A.
La tradizione popolare asserisce che lo scultore Benvenuto Cellini attingesse da questa fonderia il prezioso minerale per cesellare alcuni vasi per i suoi mecenati Medici.

I minerali estratti sul territorio erano costituiti da solfuri misti fra cui:pirite, pirite cuprifera, galena argentifera, minerali di ferro (limonite, magnetite,ematite), nonché da solfato di bario (baritina). Nella ganga dei minerali molto spesso aggregati insieme esistono anche tracce di mercurio e di altri minerali alcuni dei quali rarissimi. Le notizie storicamente certe sull’attività mineraria risalgono ai Signori di Luni e ai Signori di Corvaia(località prima di Seravezza), che stipulano fra loro i primi contratti di passaggio di proprietà. Esistono notizie precise sul porto da dove partivano i vascelli carichi del minerale estratto in queste zone che era il porto di Motrone.

L’attività industriale legata alle miniere e più conosciuta risale al XVIII° secolo quando le miniere della Versilia erano gestite da una compagnia francese successivamente inglese., che fece importanti studi e ricerche dei quali esiste ancora numerosa documentazione cartacea.

All’inizio del secolo scorso, dopo varie vicissitudini, le miniere passarono ad una compagnia tedesca che costruì, fra l’altro, la teleferica per il trasporto del minerale estratto dalla miniera di Monte Arsiccio di S.A. fino a Valdicastello dove venne allestito un tratto ferroviario che doveva servire poi al trasporto del minerale alla stazione ferroviaria di Pietrasanta. Il rilevato ferroviario è ancora ben visibile, scendendo, sul lato sinistro del torrente Baccatoio.

I proprietari delle miniere erano allora i tedeschi Wagner e di questo casato esistono ancora a Pietrasanta i discendenti diretti. Allo scoppiò della prima guerra mondiale le miniere vennero nazionalizzate e passarono alla società Edison che le ha gestite, salvo alcuni temporanei passaggi ad altre società, fino alla fine del secondo conflitto (1945).Durante le guerre sia la prima (‘15/’18) che la seconda le miniere lavorarono a pieno regime occupando alcune centinaia di minatori. Durante l’ultimo conflitto le miniere furono classificate stabilimento ausiliario( furono di fatto militarizzate) e gli operai che vi lavoravano vennero esonerati dal servizio militare.

Una cosa importante da ricordare è il legame che ci fu nel XIX° secolo fra le miniere ed il poeta Giosuè Carducci. Il babbo dr. Michele era infatti all’epoca il medico delle miniere.
I minerali estratti durante il primo ed il secondo conflitto erano essenzialmente i minerali ferrosi che venivano utilizzati nell’industria bellica negli altiforni di Piombino e di Genova.
Nella seconda metà degli anni ’40 la società Edison cedette le miniere ad una società privata che aveva i suoi maggiori esponenti in due personaggi di Orvieto che si chiamavano: Camponetti, Moretti.

Dopo l’8 settembre del 1943 alla firma dell’armistizio e alla successiva occupazione nazifascista anche l’attività mineraria venne sospesa per riprendere successivamente dopo il 1945. Durante l’occupazione nazista, nel 1944, anche gli impianti minerari vennero parzialmente distrutti e i magazzini di Valdicastello vennero utilizzati come sede dell’ospedale di Pietrasanta che era stato costretto a trasferirsi in questi locali di fortuna. Mentre Pietrasanta e gran parte degli altri centri della Versilia erano stati dichiarati “zona nera”, Valdicastello, invece fu dichiarato dai nazisti “zona bianca” e pertanto rappresentava una zona sicura.

Fu soprattutto il cavaliere del lavoro Erasmo Sgarroni già proprietario di un’importante industria edile romana (società imprese industriali) e di fornaci di laterizi a Grosseto e a Chiusi di Siena che dette nuovo impulso alla ricerca mineraria e allo sfruttamento dei minerali. All’inizio (1948) i minerali estratti furono ancora quelli ferrosi, ma successivamente l’attività mineraria interessò prevalentemente i minerali di bario(baritina).Era iniziata infatti anche in Italia la ricerca degli idrocarburi da parte della società pubblica ENI il cui presidente era Enrico Mattei.

Furono iniziate perforazioni in diversi luoghi del territorio nazionale e soprattutto in Val Padana ed uno dei minerali essenziali per queste perforazioni era appunto la baritina fino allora scarsamente impiegata. Sgarroni capì immediatamente l’importanza del giacimento situato in questa nostra zona e iniziò a produrlo su scala industriale. Non si limitò alla sola estrazione, ma costruì anche impianti di trattamento e di arricchimento in modo da poter fornire all’Agip (azienda dell’ENI) il prodotto finito.

Le forniture interessarono soprattutto la Val Padana, ma anche altre località del territorio nazionale dove erano iniziate altre ricerche petrolifere e sempre per l’Agip vennero effettuate importanti forniture all’estero. Fino alla fine degli anni ’80 la società EDEM, aveva praticamente il monopolio per questo prodotto essendo l’altro importante giacimento nazionale di questo minerale in Sardegna e pertanto in zona più svantaggiata ai fini dei trasporti via terra. La coltivazione della baritina veniva effettuata in sottosuolo nei siti minerari di Valdicastello(Pollone) e di S.A.(Monte Arsiccio) e i minatori addetti all’estrazione erano circa un centinaio, mentre gli impianti di arricchimento, di trasformazione e di commercializzazione erano a Valdicastello dove si trovavano anche gli uffici della direzione.Il personale addetto a quest’ultima attività era di circa 50 unità. Un altro impiego della baritina, aggregata naturalmente all’ematite, consisteva nella formazione di calcestruzzi pesanti utilizzati nello schermaggio delle fonti radioattive. L’impermeabilizzazione delle sale radiologiche, ma soprattutto delle centrali nucleari che negli anni ’70-80 erano in costruzione anche in Italia richiesero l’impiego di migliaia di tonnellate di questo prodotto naturale che veniva estratto nell’altra miniera attiva che si trovava a Buca della Vena poco distante dal paese di Cardoso.In questo sito minerario erano impiegati circa 30 minatori.

Dopo i referendum popolare che vide bocciare, in Italia, la costruzione di centrali nucleari la EDEM ebbe una prima ristrutturazione. Il personale impiegato venne ridotto a poco più di 100 unità e successivamente, l’apertura ai mercati internazionali con conseguente riduzione dei prezzi dei prodotti finiti, misero l’azienda in ulteriori difficoltà economiche che unite alla scomparsa di Sgarroni e di Gorelli, che era stato negli ultimi 30 anni il responsabile tecnico delle miniere, portarono alla definitiva chiusura di questa importante attività alla fine del 1990.
La chiusura delle miniere non è dovuta pertanto all’esaurimento del giacimento minerario, ma al fatto che l’estrazione ed il processo di arricchimento era divenuto ormai antieconomico.

Il lavoro dei minatori era duro, faticoso e rischioso esponendoli non solo ai rischi giornalieri di sempre possibili crolli delle gallerie o dell’uso degli esplosivi, ma anche e soprattutto delle polveri sature di particelle leggerissime di silice che respirate andavano a depositarsi sui polmoni degli operai e che costituivano, nel tempo, la micidiale malattia professionale “silicosi” che comportava molto spesso la premorienza dei lavoratori o quanto meno una riduzione delle capacità respiratorie. Altre malattie professionali legate a questa attività erano:la sordità da rumori “ipoacusia” e la “angioneurosi” che era la malattia specifica di chi abitudinariamente usava gli strumenti vibranti e i minatori, appunto, dovendo giornalmente impiegare i martelli pneumatici erano facilmente soggetti anche a questa ulteriore malattia. 
Un campione di minerale con cristalli geminati di adularia, KAlSi3O8; il campione proviene dalla miniera di Val di Castello Carducci , Pietrasanta, provincia di Lucca

sabato 8 febbraio 2014

NAZIM HIKMET - TI HO SOGNATA

Ti ho sognata
mi sei apparsa sopra i rami
passando vicino alla luna
tra una nuvola e l'altra
andavi, e io ti seguivo
ti fermavi e io mi fermavo,
mi fermavo, e tu ti fermavi,
mi guardavi e io ti guardavo
ti guardavo e tu mi guardavi
poi tutto è finito. Ti ho sognata.

WATERHOUSE - Mariana in the South
                                      
PAUL VERLAINE - *La nostra estasi d’allora

Nel vecchio parco gelido e deserto
sono appena passate due forme.

Hanno occhi morti, e labbra molli,
e le loro parole si odono a stento.

Nel vecchio parco gelido e deserto
due spettri hanno evocato il passato.

- Ricordi la nostra estasi d’allora?
- E perché vuoi che la ricordi?

- Batte ancora il tuo cuore solo a udire il mio nome?
Ancora vedi in sogno la mia anima? – No.

- Ah, i bei giorni d’indicibile felicità
quando univamo le nostre bocche! – Può darsi.

- Com’era azzurro il cielo, e grande la speranza!
- Vinta, fuggì la speranza, nel cielo nero.

Andavano così tra l’avena selvatica,
e le loro parole le udì solo la notte.




Giovanni Boldini, Testa di donna su fondo rosso



A una donna.

 A te queste parole, per la consolatrice grazia dei tuoi grandi occhi, dove un tenero sogno ride e piange,
 per l'anima tua pura, così bella, A te queste parole, dal mio acre tormento! ahimè,
l'orrido incubo che sempre mi perseguita non mi dà tregua, infuria follemente, geloso, si va moltiplicando come un branco di lupi, si attacca al mio destino sporcandolo di sangue!
 Io soffro, è spaventosa la mia sofferenza, sale che, al suo confronto, è un'egloga il lamento del primo uomo, espulso dal giardino dell'Eden!
 Le preoccupazioni che puoi avere, cara, sono rondini in volo nel cielo del meriggio riscaldato dal sole di un giorno di settembre.

 Paul Verlaine (Melissa)


 Giovanni Boldini "Ritratto di giovane donna"