Lou Reed: è morto il poeta dei Velvet Underground
di Alessandro D'Amato - 27/10/2013 - Il poeta dei Velvet Underground ci lascia dopo averci regalato tanti capolavori. Un omaggio
Lou Reed è morto. Lo annuncia la rivista Rolling Stone. Il poeta dei Velvet Underground era nato a Brooklyn il 2 marzo 1942. La rivista scrive che la causa della morte non è stata comunicata, ma a maggio aveva subito un trapianto di fegato. Ci lascia così uno dei più grandi artisti di questi anni. Poeta, musicista e cantautore, con una carriera alle spalle capitanando i Velvet Underground prima, e una ancor più splendida carriera da solista poi. «Walk on the wild side» è la sua canzone più popolare, non certo la più bella.
LOU REED E’ MORTO – Lou Reed era il soprannome di Lewis Allan Reed, nato nel 1942 da una famiglia ebraica e benestante a New York. Narrano le cronache intorno a lui che abbia subito un elettroshock per “curare” la sua presunta bisessualità all’età di 14 anni. Dopo un inizio da musicista e autore, crea nel 1966 i Velvet Underground insieme al polistrumentista John Cale, a Sterling Morrison e alla batterista Mo’ Tucker. Il gruppo entra a far parte della factory di Andy Warhol, promotore e finanziatore del primo album, famoso per la sua copertina che ritrae una fallica banana disegnata dallo stesso Warhol e che nella prima edizione del disco poteva essere sbucciata.
Il disco è un capolavoro di rara bellezza, in cui brillano composizioni come Sunday Morning, Femme Fatale, Waiting for the Man. Ma a colpire è la terribile Heroin, in cui Lou racconta della sua dipendenza dalla droga. Il disco è uno spettacolo spettrale grazie alla voce della cantante Nico, che canta in alcuni brani e dona al gruppo una verve in più. I Velvet Underground diventa il gruppo più in della scena artistica e musicale di New York.
Il successivo LP, White Light/White Heat, contiene il capolavoro della title-track, una lunga suite come Sister Ray e segna l’addio dello sperimentalista John Cale al gruppo, che inciderà altri album di discreto successo, compreso l’ultimo Loaded che ci permette di ascoltare Sweet Jane e Rock’n'Roll, che con il tempo diventeranno suoi classici.
LOU REED, I VELVET UNDERGROUND E LA CARRIERA DA SOLISTA - Il primo prodotto dell’era da solista del poeta newyorkese è l’album intitolato semplicemente “Lou Reed”, che però non è annoverato tra i suoi capolavori. Subito dopo, con l’aiuto e la produzione di un altro astro nascente come David Bowie, arriva il capolavor Transformer. L’intero album contiene molti dei suoi capolavori: dall’iniziale Vicious, si dice dedicata allo stesso Bowie, a Perfect Day, continuando con Satellite of Love e Walk on The wild side, omaggio alle transessuali che battevano nelle vie che frequentava e rimasto famoso per il coro del du du du.
Il passo successivo è il capolavoro “Berlin”, una rock opera nella quale si racconta la storia di Carolyn e Jim sullo sfondo di una Berlino spettrale. Prodotto da Bob Ezrin, l’album, destinato a un fiasco commerciale, rimane uno delle pietre miliari dell’autore, che trarrà da esso tanti classici tra cui la fantastica Sad Song, che chiude l’album.
Subito dopo è la volta di due dischi live consecutivi, “Lou Reed Live” e “Rock’n'Roll Animal”, che servono alla casa discografica per rientrare delle spese di Berlin e all’autore per far conoscere bellissime versioni rock (con una band che comprende due chitarristi e un tastierista) delle sue prime canzoni, oltre che a farci ascoltare un animale da palcoscenico di grande valore.
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