Il prossimo novembre 2013 Bob Dylan, una delle icone più rappresentative del rock di tutti i tempi, torna nel nostro Paese per una serie di concerti attraverso i quali ripercorrerà tutta la sua lunga carriera musicale che nasce dai lontani anni Sessanta, ispirando in questi ultimi cinquant’anni gran parte degli artisti gravitanti nel panorama musicale contemporaneo. Dylan suonerà dal 2 al 4 novembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 6 e il 7 novembre all’Atlantico di Roma e l’8 di novembre al Gran Teatro Geox di Padova. Robert Allen Zimmerman alias “Bob Dylan” nasce negli Stati Uniti il 24 maggio del 1941 e sin dall’inizio della sua carriera manifesta il suo talento di artista impegnato scrivendo canzoni di protesta contro tutti gli aspetti convenzionali del sistema. La sua formazione stilistica affonda le radici nella musica blues e country e, dopo una fase iniziale improntata sul rock elettrico, decide di dedicarsi alla musica folk, ritenuta da lui più genuina e intensa. Il neo-cantautore decide di trasferirsi dal nativo Minesota nella città di New York, dove realizza appena ventenne il primo disco intitolato semplicemente “Bob Dylan” e contenente delle cover e due soli testi scritti da Dylan stesso. Il debutto non è dei più incoraggianti, ma già dal secondo disco “The Freewheelin' Bob Dylan” del 1963 l’artista comincia a farsi conoscere con canzoni che diverranno veri e propri simboli generazionali come “Blowin' in the Wind”. L’album raccoglie grandi consensi e attira su di sé molti interessi da parte del pubblico e anche da musicisti come ad esempio i Beatles. Artisti già noti reinterpretano fin da subito i brani di Dylan e una già famosa Joan Baez collabora con lui attivamente rendendolo conosciuto anche nel panorama internazionale. Dylan diviene parte integrante insieme a Joan Baez del movimento per i diritti civili, e la sua contestazione sociale crea a questo artista non pochi problemi. Il suo percorso musicale di protesta prosegue con il disco “The Times They Are a-Changin'”, dove vi sono riferimenti alle ingiustizie sociali come la violenza fisica e il razzismo. In seguito ad “Another Side of Bob Dylan” del 1964 Dylan si stacca dal folk che ha caratterizzato le sue produzioni precedenti e realizza il primo album elettrico intitolato “Bringing It All Back Home” del quale fa parte “Mr. Tambourine Man”, uno dei suoi brani rappresentativi. Nel 1965 esce anche “Like a Rolling Stone”, considerata dalla rivista “Rolling Stone” la numero uno delle cinquecento migliori canzoni di tutti i tempi. Il brano è contenuto nel disco “Highway 61 Revisited” del quale fa parte anche “Desolation Row”, canzone riadattata da Fabrizio De André e ribattezzata “Via della povertà”. L’anno successivo è la volta di “Blonde on Blonde”, promosso con un tour mondiale dove Dylan si divide tra suono acustico ed elettrico, una separazione così netta che suscita disagio da parte del pubblico, il quale non approva questo nuovo approccio. Nel 1966 arresta la sua attività per qualche mese in seguito ad un incidente motociclistico, la cui dinamica non è stata mai chiarita e sul quale sono state costruite diverse ipotesi. Alla fine del 1967 realizza “John Wesley Hardin”, primo disco della rinascita in seguito al famoso infortunio e del quale fa parte “All Along the Watchtower”, canzone reinterpretata da Jimi Hendrix. Nel 1969 Dylan pubblica “Nashville Skyline”, improntato su sonorità country, nel quale è contenuto il singolo “Lay Lady Lay” e il 31 agosto dello stesso anno è l’artista principale al festival dell'Isola di Wight. La decade dei settanta inizia per il cantautore con il doppio Lp “Self Portrait” e l’album “New Morning”, quest’ultimo accolto favorevolmente da pubblico e critica. Nel 1971 è famosa la partecipazione di Dylan al concerto di beneficenza a favore della popolazione del Bangladesh organizzato da George Harrison al Madison Square Garden. Il 1972 Dylan realizza la colonna sonora del film “Pat Garrett & Billy the Kid” partecipandovi anche come attore nell’interpretazione del personaggio di “Alias”, un membro della banda di Billy The Kid. La pellicola non ottiene un grande successo, al contrario della canzone “Knockin' on Heaven's Door”, contenuta nella colonna sonora. Nel 1974 esce “Planet Waves”, un disco che arriva al primo posto nelle classifiche e al quale fa seguito il tour che sancisce il ritorno del cantautore sul palcoscenico. Dal tour viene registrato il doppio album live “Before The Flood”. Nel 1975 Dylan realizza “Blood On The Tracks”, ritenuto il lavoro migliore del cantautore relativo alla decade settanta e al quale segue “Desire” del 1976, dove è contenuto “Hurricane”, brano dedicato al pugile di colore Rubin "Hurricane" Carter, condannato ingiustamente all'ergastolo per omicidio. Nel 1978 il cantautore pubblica “Street Legal” e, in seguito ad un suo avvicinamento al cristianesimo, realizza due dischi improntati proprio su questo nuovo aspetto: “Slow Train Coming” del 1979 e “Saved” del 1980. La produzione discografica negli anni Ottanta subisce fasi alterne per le produzioni discografiche di Dylan, il quale partecipa a varie iniziative benefiche come la partecipazione per la canzone “We Are the World” del supergruppo “Usa for Africa”, al fine di raccogliere fondi sulla carestia in Etiopia e il concerto del Live Aid nel luglio 1985, tenutosi al JFK Stadium. Nel 1988 Dylan forma un progetto musicale insieme a Roy Orbison, Jeff Lynne, Tom Petty e George Harrison intitolato “Traveling Wilburys”, dal quale prende anche il nome l’album e con questa formazione realizza un secondo album nel 1990 intitolato “Traveling Wilburys Vol. 3”. Anche negli anni Novanta Dylan continua a pubblicare materiale e agli inizi del nuovo millennio compone “Things have changed”, brano incluso nella colonna sonora del film “Wonder boys” e vincitore dell’Oscar per la migliore canzone originale. Dylan sembra inarrestabile e la sua voglia di creare materiale inedito e suonare dal vivo lo porta fino al 2013 e al suo nuovo album intitolato “Tempest”, giudicato dalla critica uno dei suoi migliori lavori degli ultimi anni. I fan italiani avranno ancora poco da attendere per un uomo che già dagli esordi è diventato una leggenda e continua a far sognare e ad essere ammirato da diverse generazioni.
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