martedì 24 settembre 2013
Shoah, Gino Bartali dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’. “Salvò la vita di molti ebrei”
La decisione dello Yad Vashem, il museo dell'Olocausto di Gerusalemme, premia l'impegno del campione di ciclismo durante l'occupazione tedesca dell'Italia. Faceva parte di una rete di salvataggio a Firenze. La famiglia: "E' una cosa magnifica". Matteo Renzi: "Il regalo più bello per i Mondiali"
Gino Bartali è stato dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ dallo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. La decisione riconosce l’impegno del grande campione di ciclismo a favore degliebrei perseguitati in Italia. Lo Yad Vashem spiega che Bartali, “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa“. Quest’ultimo è stato già riconosciuto ‘Giusto tra le Nazioni’ dallo Yad Vashem.
“Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio delladeportazione degli ebrei, ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia”, si legge nelle motivazioni rese note dallo Yad Vashem. Bartali ha agito “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando”. Il campione sapeva che aiutando gli ebrei correva un grande rischio, ma questo non l’ha fermato. “Ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto”, si legge nella nota dello Yad Vashem annunciando he in onore di Bartali si terrà una cerimonia in Italia in una data ancora da stabilire.
“E’ una cosa magnifica – ha commentato il figlio Andrea -. Aspettavamo questa notizia già da qualche tempo, soprattutto dopo che un mese fa hanno fatto giusto tra le nazioni il cardinale Elia Dalla Costa”, ha aggiunto. “Saperlo proprio oggi quando qui a Firenze sono iniziati i Mondiali di ciclismo ha un significato enorme”, ha detto ancora il figlio di Bartali. La famiglia del campione era stata invitata già nelle settimane scorse a Gerusalemme dal governo israeliano per il mese di ottobre quando si terrà una gara di ciclismo intitolata a Gino Bartali.
La decisione dello Yad Vashem di dichiarare Gino Bartali ‘Giusto tra le Nazioni’ “è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo”, così il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha commentato la notizia. Proprio l’11 agosto scorso, in occasione delle celebrazioni della Liberazione di Firenze, Renzi, con il rabbino del capoluogo toscano Joseph Levi, aveva auspicato il pronunciamento sul campione. “Il ciclismo in Toscana è un’esperienza di vita e ha formato uomini, oltre che campioni, come Bartali che rischiava la pelle per salvare gli ebrei”, ha detto il sindaco di Firenze. “Abbiamo voluto qui i mondiali pensando a figure come lui, perché rende esplicito che non sono solo una competizione sportiva ma per Firenze l’occasione di affermare la propria identità di valori“, ha sostenuto Renzi.
23/09/2013 - LA STORIA
Gino Bartali «Giusto tra le Nazioni»
“In guerra salvò la vita a 800 ebrei”
Gino Bartali trionfatore al Tour de France del 1948
Trasportava di nascosto nel tubo della bicicletta documenti per falsificare i passaporti. Il figlio:
«Ha rischiato la fucilazione»
«Ha rischiato la fucilazione»
La vita di 800 ebrei, salvata nascondendo sotto il sellino della sua bici documenti falsi: Gino Bartali, toscanaccio burbero e schivo dal grande cuore, è stato un campione non solo sulla strada, ma forse ancor di più nella vita. Il suo nome - dopo la medaglia d’oro assegnatagli dal presidente Azeglio Ciampi nel 2006 per la sua attività durante la guerra - da oggi è iscritto fra i “Giusti delle Nazioni” allo Yad Vashem, il Sacrario della Memoria a Gerusalemme, insieme con altri italiani (oltre 500) - tutti non ebrei - che ebbero il coraggio di dire di no alla barbarie nazista. Persone che hanno riscattato in parte l’onore dell’Italia fascista alleata dei tedeschi, segnata dalle Leggi Razziste e dalle persecuzioni.
“Ginettaccio” aveva ragione nel suo modo di dire “gli è tutto da rifare”: perché lui, quel che poteva fare, già lo aveva fatto. Rischiando la vita durante l’occupazione tedesca come staffetta in bicicletta tra Firenze i molti luoghi dove si nascondevano gli ebrei braccati. Macinando chilometri e, sotto il naso dei nazisti, trasportando i documenti falsi preparati sotto la regia della Curia di Firenze, diretta dall’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa (anche lui “Giusto tra le Nazioni”), in stretto collegamento con il rabbino capo della città Nathan Cassuto, altro eroe italiano ucciso dai nazisti in una “Marcia della Morte” nel 1945.
«È una cosa magnifica», ha commentato il figlio di Bartali, Andrea, che si trovava con sua madre, vedova del campione, quando ha saputo dall’ANSA la notizia. «L’aspettavamo - ha aggiunto - già da qualche tempo, soprattutto dopo che un mese fa hanno fatto Giusto tra le nazioni il cardinale Dalla Costa».
Il sindaco Matteo Renzi ha definito a sua volta quella di Yad Vashem «una scelta che commuove Firenze. È l più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo». Di «onore» per l’Italia ha parlato anche il ministro per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport, Graziano Delrio. «I mondiali di ciclismo a Firenze, proprio nella sua terra - ha aggiunto - sono il miglior modo per ricordare un campione di sport e di vita come Gino Bartali»,
C’è voluto un lungo percorso per arrivare alla decisione di oggi, perché in questo caso mancavano testimoni diretti e Yad Vashem valuta molto attentamente le cose: alla ricostruzione della vicenda ha contribuito pure la figlia del rabbino Cassuto, Susanna. Lei e il fratello David (ex vicesindaco di Gerusalemme) - scampati in Italia alle persecuzioni e venuti in Israele - hanno parlato di Bartali come «un grande eroe italiano».
Alla fine Yad Vashem ha deciso: «un cattolico devoto - questa la motivazione - che nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio» ebraico-cristiana capace di salvare «centinaia» di ebrei italiani e di altri, rifugiatisi «dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Jugoslavia».
Bartali agì «come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali trasferì falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto». Un uomo semplice - ha chiosato il presidente di Yad Vashem, Avner Shalev - che ha «fatto cose straordinarie»: la sua attività si staglia «in contrasto netto con la vasta maggioranza degli altri». `Ginettaccio´ - fosse stato ancora vivo oggi - forse si sarebbe fatto ancora più schivo di fronte ai complimenti, sinceri, che arrivano ora da ogni parte d’Italia. Ma almeno alla sua memoria è comunque il tempo degli onori: gli onori a un uomo che nella sua bici - ha osservato l’attuale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori - celo’ «le carte della libertà per gli ebrei perseguitati».
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